Alla scoperta del Marimo: la sfera d’acqua che custodisce amore, natura e leggenda

Alla scoperta del Marimo: la sfera d’acqua che custodisce amore, natura e leggenda

In un mondo che corre veloce, dove le emozioni spesso si consumano in fretta e la natura rischia di passare inosservata, esiste un piccolo miracolo verde che invita a rallentare, osservare e sentire.

È il Marimo: una sfera di alga d’acqua dolce, antica e viva, che custodisce una storia d’amore millenaria e un legame profondo con la spiritualità giapponese e la bellezza della natura incontaminata. Simbolo di amore eterno, buon auspicio e armonia, il Marimo non è solo una creatura affascinante, ma un compagno silenzioso che trasmette pace, connessione e senso del tempo.

Un nome antico per un’essenza delicata
Il nome scientifico del Marimo è Aegagropila linnaei, ma è in Giappone che questo piccolo essere trova la sua vera identità. Il termine “Marimo” nasce nel 1898 per mano del botanico giapponese Tatsuhiko Kawakami: “Mari” significa “biglia”, mentre “Mo” è un termine generico per indicare piante acquatiche. Ne deriva un nome semplice ma poetico: una sfera d’alga che racchiude un mondo interiore.



Un piccolo essere vivente… longevo due secoli
Il Marimo è composto da sottili filamenti di alga che, grazie al movimento dolce delle acque, si avvolgono in una forma perfettamente sferica. Non è solo bello da vedere, ma anche straordinariamente longevo: in natura, alcuni esemplari superano i 200 anni di età. Cresce di pochi millimetri all’anno, come a volerci insegnare che ogni crescita autentica è lenta, ma profonda.

Grazie alla fotosintesi clorofilliana, assorbe le sostanze nutritive dall’acqua e rilascia ossigeno sotto forma di bollicine. Questo fenomeno, visibile a occhio nudo, è ciò che rende il Marimo vivo e “danzerino”: quando l’ossigeno si accumula al suo interno, galleggia dolcemente a pelo d’acqua, per poi tornare a riposare sul fondo. Un respiro verde, visibile e meditativo.

Le sue origini: tra laghi incontaminati e tradizione giapponese
I Marimo crescono solo in ambienti molto specifici e incontaminati.
Le colonie naturali conosciute si trovano in:
● Giappone, nell’Isola di Hokkaido (Lago Akan)
● Islanda
● Estonia
● Siberia
● Austria

Il Lago Akan, in particolare, è il cuore spirituale del Marimo. Di origine vulcanica, situato nel Parco Nazionale di Akan, è inserito tra le aree protette dalla Convenzione di Ramsar. Le sue acque, un tempo cristalline, oggi risentono dell’inquinamento dovuto alle attività turistiche, ma resta ancora oggi uno dei pochissimi luoghi al mondo dove queste creature vivono in libertà.

Nel 1921, il Giappone ha dichiarato il Marimo “Tesoro Nazionale”, avviando campagne di tutela e sensibilizzazione. Dal 1950, ogni autunno si celebra il Marimo Matsuri, un festival tradizionale in cui gli abitanti Ainu sfilano in abiti cerimoniali, danzano e benedicono le alghe con 1000 torce luminose, in una cerimonia suggestiva dedicata alla conservazione.

La leggenda del Marimo: un amore che diventa Natura
In Giappone, ogni elemento naturale ha un’anima. Anche il Marimo. Secondo la leggenda, un giovane cacciatore e la figlia del capo villaggio si innamorarono perdutamente, ma le loro famiglie si opponevano all’unione. Per fuggire da un destino imposto, si rifugiarono sulle rive del Lago Akan. Si dice che, dopo la morte, i loro spiriti si unirono per sempre, trasformandosi in sfere verdi e perfette: i Marimo. Da allora, il Marimo è considerato simbolo di amore eterno, fedeltà e unione profonda.

Perché adottare o regalare un Marimo?
Negli ultimi anni, anche in Occidente è nata una vera e propria passione per il Marimo.
È il regalo perfetto per:
● Anniversari e storie d’amore
● Nuove convivenze o sodalizi
● Auguri di buon auspicio e protezione
● Momenti di stress e ricerca di connessione interiore Guardare un Marimo fluttuare nell’acqua rilassa, emoziona, riconnette.

È una piccola meditazione quotidiana, un oggetto vivo che invita alla cura e alla presenza. In Giappone, i Marimo si tramandano di generazione in generazione, come fossero eredità affettive, veri portatori di memoria.

Come prendersi cura del Marimo
Contrariamente a quanto si possa pensare, il Marimo è facilissimo da accudire. Ha bisogno di poche cose, ma fondamentali:
● Un contenitore in vetro (meglio se ampio, per permettergli di galleggiare)
● Acqua naturale decantata, filtrata o di bottiglia. Mai frizzante o salata.
● Luce indiretta e costante, mai sole diretto o calore eccessivo.
● Acqua da cambiare ogni 10-15 giorni (più spesso in estate)
● Una delicata strizzata con le mani sotto acqua corrente ogni volta che si cambia l’acqua

E se il tuo Marimo non galleggia? Nessuna paura: è normale. Se è verde brillante e compatto, sta bene. Il galleggiamento dipende dalla quantità di luce e ossigeno, non è un segno di malessere. Attenzione alla provenienza! Assicurati sempre che il Marimo provenga da acquacoltura certificata e non da raccolta in natura. I prelievi selvaggi mettono a rischio l’esistenza di queste alghe nei loro habitat originari.

Inoltre, i Marimo prelevati da laghi possono essere infestati da specie invasive, come la cozza zebra, che danneggiano l’ecosistema.

 

Un gesto semplice, un messaggio potente
Adottare un Marimo è un piccolo gesto che contiene un grande messaggio: prenditi cura di ciò che ami, lentamente, ogni giorno. È un invito a rallentare, respirare, osservare. È una dichiarazione d’amore verso la natura, un simbolo poetico da tenere vicino o da donare a chi amiamo davvero.

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